Permesso per motivi di giustizia per stranieri in Italia
Per partecipare ad un processo lo straniero ha il diritto di ottenere il permesso di soggiorno per motivi di giustizia se si trova nel territorio dello Stato, per il tempo strettamente necessario alla partecipazione al processo stesso. Il permesso di soggiorno per motivi di giustizia può essere concesso, su richiesta dell’autorità giudiziaria del luogo, quando la presenza dello straniero è ritenuta indispensabile per celebrare il processo.
Permesso per motivi di giustizia per stranieri all'estero
Lo straniero che si trova all’estero, può chiedere, anche se è stato espulso in via amministrativa (T.U art 13) o giudiziaria (T.U. art 16), l’autorizzazione a rientrare in Italia. L’autorizzazione è limitata al tempo del processo ed è concessa dal questore del luogo ove si tiene il processo.
Questo permesso dura tre mesi ed è prorogabile una sola volta.
Il permesso per motivi di giustizia, quindi, dovrebbe essere rilasciato sempre in funzione dell'effettivo esercizio del diritto di difesa. Il fatto che, invece, questo strumento sia in concreto non utilizzato, contribuisce ovviamente a complicare la fase immediatamente successiva dell'esecuzione penale, alla quale molti cittadini extracomunitari giungono, in conseguenza della condanna, senza avere effettivamente esplicato un'idonea difesa.
Alcune sentenze del T.A.R., ultimamente introducono ulteriori elementi in merito alla tempistica e modalità del rilascio del permesso.
Il T.A.R. del Lazio con la sentenza dl 2 maggio 2013, n. 4393, ha annullato il rifiuto di rinnovo di permesso di soggiorno richiesto da una cittadina straniera.
Il T.A.R. afferma che, seppure sia vero che le norme vigenti prevedono il "potere di respingimento" dello straniero condannato per determinati reati, è anche vero che un simile "automatismo" vale solo per la fattispecie dell'ingresso nel territorio dello Stato, e non, anche, per quella del rinnovo del permesso di soggiorno in favore di uno straniero già presente in Italia. In questa ipotesi, l'Amministrazione ha, infatti, il "potere-dovere" di esaminare la situazione complessiva in cui versa il richiedente, tenendo soprattutto conto, in una prospettiva volta all'esigenza di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, del livello del suo inserimento sociale e delle sue particolari condizioni familiari. SENTENZA DEL T.A.R. LAZIO IN pdf
La sentenza n.201308154, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, impone al Ministero dell’Interno un anno di tempo per trovare le soluzioni adeguate e gli opportuni provvedimenti per garantire il rispetto dei tempi di rilascio dei permessi di soggiorno. La sentenza emessa dà delle indicazioni di massima affinché le amministrazioni pongano rimedio alla prassi di violazione del termine per la conclusione della procedura. SENTEMZA DEL T.A.R. LAZIO IN pdf
Riferimenti normativi
Fonti: Altrodiritto, T.A.R. Lazio
Il permesso di soggiorno è una autorizzazione che consente al cittadino extracomunitario di soggiornare regolarmente sul territorio dello Stato. L'entrata sul territorio italiano avviene attraverso il controllo dei documenti e dell'eventuale visto d'ingresso.
Al momento la lista, comprende riferimenti inerenti il comune di Torino.
In questa sezione è possibile reperire informazioni approfondite e le risposte ai quesiti più frequenti relativi alla sezione OPERATORI DEL PRIVATO SOCIALE di zeromandate.org.
L’ordinamento penitenziario riconosce ai detenuti la libertà di professare la propria fede, di “istruirsi” nella propria religione e di praticarne il culto, purché riti e celebrazioni siano compatibili con l’ordine e la sicurezza e non si esprimano in comportamenti molesti per la comunità o contrari alle legge. Assicurando la presenza di un cappellano e della celebrazione del culto cattolico e permettendo l’accesso agli istituti, con autorizzazione del direttore, a ministri di altri culti.
L’avvio di un corso di istruzione o di formazione professionale viene comunicato attraverso l’affissione di un bando nelle sezioni e nei luoghi comuni. Se si è interessati e si possiedono i requisiti di volta in volta specificati (posizione giuridica, fine pena) si può presentare una domandina o chiedere informazioni agli educatori. Inoltre nel caso i bandi riguardino corsi previsti in altri Istituti, può essere fatta richiesta di trasferimento per parteciparvi. La partecipazione regolare ai corsi permette di ottenere attestati o diplomi scolastici.
In merito ai poli universitari laddove previsti (Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno”) il regolamento di esecuzione ha introdotto diverse agevolazioni:
Riferimenti normativi
Fonte: Ministero della Giustizia
Così come i Centri Territoriali Permanenti forniscono un servizio di accoglienza e orientamento, per tutti i cittadini con più di 15 anni, sia sul territorio sia all’interno degli Istituti penitenziari. Le attività dei centri, consistono principalmente in:
Istruzione
Alfabetizzazione
A seconda delle direttive regionali in materia di formazione professionale, il catalogo può subire variazioni annuali.
http://www.casadicarita.org/it/corsi-destinatari/Persone%20Detenute
Fonte: Fondazione Casa di carità arti e mestieri ONLUS, Città Metropolitana di Torino
Itinerario scolastico
Classi prime e seconde: 40 ore settimanali suddivise in:
- Area comune: Religione, Italiano, Storia, Inglese, Diritto ed Economia, Matematica, Scienze della terra, Ed Fisica.
- Area di indirizzo: Disegno tecnico e artistico, Storia dell'arte, Tecnologia dei materiali e laboratorio, Tecn. della produzione
- Area di approfondimento
Classe terza: 40 ore suddivise in:
- Area comune: Religione, Italiano, Storia, Inglese, Matematica, Ed. Fisica
- Area d'indirizzo: Disegno tecnico e artistico, Tecnologia dei materiali e laboratorio, Tecnica della produzione, Tecniche dell'arredamento, Chimica industriale, reparti di lavorazione.
Prevede l’ammissione riservata ai detenuti comuni provenienti anche da altre sedi penitenziarie. L’ammissione avviene tramite una selezione, a seguito di un bando, all’uscita del quale è possibile presentare una domandina o chiedere informazioni agli educatori. La selezione per l’ammissione è basata oltre che sul possesso del diploma anche sulla motivazione allo studio e sul comportamento tenuto dai richiedenti.
Gli ammessi, che possono essere anche cittadini stranieri, vengono ospitati in un'apposita sezione della casa circondariale – attualmente ubicata presso il Padiglione E – dove, compatibilmente con la condizione detentiva, vi sono condizioni favorevoli alle esigenze di studio. Possono iscriversi a tre corsi di laurea in ambito:
Le condizioni di permanenza sono legate al superamento di un numero minimo di esami di profitto entro l’inizio dell’anno accademico successivo, alla buona condotta e alla partecipazione all’opera di rieducazione.
Testi, se possibile e permesso PC, tasse universitarie ed eventuali borse lavoro sono erogate dalla Compagnia di San Paolo. Gli studenti non pagano alcun contributo e possono essere beneficiari di borse di studio erogate dall'Edisu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario).
Da alcuni anni sono presenti al Polo volontari del Servizio Civile Nazionale Volontario (SCNV) reclutati nell’ambito di uno dei progetti di Ateneo (dal titolo “Studiare vale la pena”). Essi collaborano all’insieme delle attività del Polo, con compiti di supportare la didattica, con particolare riferimento al tutoraggio rivolto agli studenti detenuti per la preparazione degli esami e della tesi di laurea, e di organizzazione di attività di carattere culturale.
Fonti: IPIA Plana, Carcere di Torino, CPIA 1 Torino, Università degli Studi di Torino,
corsi di formazione professionale per:
Quanto presente in questa pagina è stato ricavato dal sito istituzionale dell'associazione Antigone ONLUS. Promotrice dell'Osservatorio nazionale sull'esecuzione penale e del Rapporto Online sulle condizioni di detenzione nelle carceri italiane, in base alla scheda elaborata a seguito della visita dell'associazione effettuata in data 3 dicembre 2015.
http://www.associazioneantigone.it/osservatorio_detenzione/piemonte/105-casa-circondariale-di-ivrea
Fonte: Associazione Antigone
Esistono delle attività pre-professionali laboratoriali, prettamente artigianali (ceramica, lavorazione artistica del cuoio, arte bianca, meccanica auto e ciclistica, acconciature) ed attività d'informatica di base e multimediale, gestite da Forcoop Agenzia Formativa, capofila dell’ A.T.I (Associazione Temporanea d’Impresa) con le Agenzie E.N.Gi.M. e C.F.P.P. - Casa di Carità.
Contatti
Forcoop Agenzia formativa
Via Gressoney 29 B - 10155 Torino
Tel.: 011.4359325
Quanto presente in questa pagina è stato ricavato dal sito istituzionale dell'associazione Antigone ONLUS. Promotrice dell'Osservatorio nazionale sull'esecuzione penale e del Rapporto Online sulle condizioni di detenzione nelle carceri italiane, in base alla scheda elaborata a seguito della visita dell'associazione effettuata in data novembre 2015.
Fonte: Associazione Antigone
Le telefonate sono possibili soltanto per utenze fisse, sempre dopo aver ottenuto la necessaria autorizzazione, da richiedere da parte dalla persona reclusa all’autorità competente:
Ottenute le autorizzazioni necessarie bisogna compilare un apposito modulo, disponibile presso l’Ufficio Comando, e presentare la documentazione richiesta (stato di famiglia, copia del contratto o della bolletta telefonica).
La circolare del 26 aprile 2010 della Direzione generale detenuti e trattamento, ha introdotto la possibilità di chiamare i telefoni cellulari per detenuti comuni di media sicurezza che non abbiano effettuato nè colloqui visivi, né telefonici per un periodo di almeno quindici giorni e che abbiano dichiarato di poter mantenere contatti con i propri familiari solo attraverso telefonate verso utenza mobile.
Nel caso di cittadini stranieri la procedura può risultare più lunga in quanto, il carcere dovrà acquisire una dichiarazione del Consolato che attesti il grado di parentela, mentre per i cittadini extracomunitari, gli stessi potranno essere ammessi alle telefonate soltanto attestando la regolarità nel territorio italiano (il permesso di soggiorno oppure il visto di ingresso). La persona stranierà dovrà indicare nella domandina la lingua utilizzata durante la telefonata.
In occasione del proprio trasferimento in altro Istituto, la persona con problemi di giustizia è autorizzata ad effettuare una telefonata. E’ consigliabile richiedere l’autorizzazione alla corrispondenza telefonica anche se si proviene da un altro carcere dove già si era autorizzati.
Riferimenti normativi
Fonte: Ministero della Giustizia
Riferimenti normativi
Fonte: Ministero della Giustizia
Riferimenti normativi
Fonte: Ministero della Giustizia
Una delle principali forme di tutela previste dalla Legge italiana (sancita dalla Costituzione italiana) per garantire i diritti delle persone imputate di un reato è la nomina dell’avvocato, che ha diritto a incontrare e parlare in carcere con il proprio assistito, negli orari e nei luoghi a questo adibiti.
L’ingresso in carcere prevede diverse procedure iniziali tra cui l’immatricolazione. Si tratta di un atto dovuto poiché da questo istante, “nasce” il fascicolo personale della persona reclusa che lo seguirà, anche se trasferito altrove, fino alla scarcerazione.
L'ordinamento penitenziario prevede per la persona detenuta il diritto a telefonare ai familiari e ai conviventi, per la durata di dieci minuti, una volta alla settimana. Eccezione alla norma è rappresentata dalle persone private della libertà per reati previsti dal primo comma dell’art. 4bis della Legge 26 luglio 1975, n. 354, i quali hanno diritto a due telefonate al mese complessive.