Tali strutture devono garantire adeguati livelli di sicurezza per utenti e operatori, devono essere a vocazione sia terapeutica intensiva che riabilitativa. Gli utenti devono essere inseriti in percorsi terapeutici riabilitativi, che prevedono la loro conclusione nel reinserimento sociale dell’individuo (Decreto-legge 1 ottobre 2012). Il numero di utenti in ogni struttura può essere al massimo di 20. Si tratta di strutture chiuse, con personale sanitario presente durante le 24 ore. Per ogni struttura è previsto uno spazio verde esterno.
Sono necessari accordi con le Prefetture per l’eventuale attività perimetrale di sicurezza e di vigilanza esterna, per l’accompagnamento all’esterno dei pazienti dalla REMS (come Ospedali o altre sedi). Inoltre, vanno concordate con l’Autorità Prefettizia, modalità di attivazione delle Forze dell’Ordine territorialmente competenti, nelle situazioni di emergenza attinenti alla sicurezza interna.
Le Rems devono avere all’interno un corpo di vigilanza privato per l’incolumità dei pazienti e degli operatori che ci lavorano. Alla base delle REMS esiste un forte rapporto tra le strutture, l’Azienda Sanitaria e la Prefettura. La responsabilità dei pazienti all’interno della struttura è totalmente del personale, però nel caso di evasione, la competenza passa automaticamente alle forze dell’ordine e agli organi giudiziari competenti per territorio.
Il personale destinato alle Rems è individuato all’interno del personale che presta servizio presso i DSM-DP (Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche), regionali e altri servizi di Salute Mentale adulti.
Per la vigilanza, la normativa in vigore non prevede la presenza del corpo di Polizia Penitenziaria all’interno delle REMS, ma per la sicurezza e l’ordine delle stesse, prevede di provvedere a un contratto di vigilanza con gestori privati e di garantire la presenza all’interno della struttura sulle 24 ore.
Oltre al trattamento sanitario, sono previste attività socializzanti del paziente:
Il gruppo di lavoro si riunisce settimanalmente per la programmazione, monitoraggio e valutazione delle attività interne ed esterne alla struttura.
Tutte le mattine il personale sanitario esegue un briefing riguardante l’andamento clinico dei pazienti e del programma quotidiano.
Per valutare l’andamento e la verifica degli obiettivi di recupero del soggetto, si riuniscono l’equipe delle REMS e quella del Centro Salute Mentale CSM di riferimento.
La legge che ha portato alla chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari è la L. n. 211 del 22 dicembre 2011 (c.d. svuota-carceri), scaturita da un’inchiesta “sulle condizioni di vita e di cura all’interno degli OPG”, condotta da una Commissione parlamentare istituita nel 2008. L’applicazione di tale norma è stata rimandata con proroga per ben due volte, giungendo fino al decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, convertito nella Legge n. 81/2014, fissando il termine per la chiusura degli OPG al 31 marzo 2015 con la conseguente entrata in funzione delle REMS.